Catalogo della Collezione dei Marmi adoperati dall'Opera del Duomo di Siena
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La collezione si compone di 16 esemplari provenienti dalla Toscana meridionale, rappresentativi delle principali pietre ornamentali (marmi in senso merceologico) impiegate all’interno e all’esterno della Cattedrale di Siena.
Si tratta di una collezione antica, frutto di donazione come la gran parte delle collezioni del Museo di Storia Naturale dell'Accademia dei Fisiocritici.
A donarla nel 1871 fu il Rettore dell’Opera del Duomo di Siena, Cav. Ferdinando Rubini, come si rileva dal cartello originario sotto riprodotto.

La conoscenza dei vari litotipi utilizzati e delle rispettive cave di provenienza ha sempre costituito per la Cattedrale senese un importante punto di riferimento sia per la sua costruzione, durata vari secoli a partire dal 1179, sia per i vari interventi di manutenzione che si sono succeduti nel tempo e che hanno spesso previsto la sostituzione dei materiali.
Valgano, a quest’ultimo riguardo, due esempi: per gli interni del Duomo, il restauro di scene del celebre pavimento a commesso marmoreo, avvenuto soprattutto nell’Ottocento; per gli esterni, la sostituzione delle colonne in marmo scolpito poste a lato del portale centrale, avvenuta alla fine del Novecento.
I materiali impiegati nella Cattedrale sono rappresentati da marmi della Montagnola Senese, presenti nella collezione in vari esemplari.
Altri materiali significativi sono il calcare rosso ammonitico e la serpentinite (serpentina nella dizione originaria).
Di tutti questi litotipi, considerati marmi in senso merceologico, vengono delineati alcuni aspetti geologici e petrografici nei link che seguono.

Per saperne di più sui marmi della Montagnola Senese

Per saperne di più sul calcare rosso ammonitico di Gerfalco

Per saperne di più sulla serpentinite di Vallerano


Nell’inventariazione del patrimonio museale dell’Accademia realizzata nel 1935 sono inseriti nella stessa collezione anche 7 esemplari di “serpentina” di Monte Ferrato (Prato).
Tali esemplari non erano presenti nella collezione primitiva, come risulta dalla relazione annuale del Direttore del Museo Antonio Pantanelli, relativa all’anno 1871, pubblicata nel 1873 ne Gli Atti dell’Accademia delle scienze di Siena detta de’ Fisiocritici.
Per altro, nel "quadro generale" dello scultore senese Leopoldo Maccari sui “marmi, serpentini ed alabastri adoperati per la costruzione ed i restauri del Duomo di Siena” riportato nella pubblicazione di Cesare Tommi del 1890, edita a cura della R. Camera di Commercio delle Prov. di Siena e Grosseto, non viene fatta menzione alcuna dei suddetti esemplari.
È quindi più che verosimile che nel periodo intercorso tra la citata pubblicazione e la redazione dell’inventario si sia attivata una nuova fonte di approvvigionamento per interventi di sostituzione del litotipo originario di Vallerano, ampiamente utilizzato nel Duomo sia in esterni che in interni.
Nel presente catalogo i 7 esemplari in questione vengono aggiunti in calce e sono ben riconoscibili soprattutto per le dimensioni e gli aspetti cromatici e tessiturali completamente diversi rispetto a quelli dell’esemplare di Vallerano.

Vedi "MARMI" da: Cesare Tommi, 1890. I minerali delle province di Siena e Grosseto. Tip. Nava, Siena, 58 pp.

Vedi la descrizione, della collezione, fatta da Antonio Pantanelli nell'anno 1871.

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